Il piatto di riso

03.04.2016 16:52
Sto pensando alle persone accalcate nei campi profughi, nei centri di "accoglienza per migranti", sto pensando ai disperati, a chi decide di fuggire verso la probabilità della morte per sfuggire alla certezza della morte .. gente come me, diversa per costumi, abitudini, idee, ma esseri umani esattamente come me, con affetti, speranze, sogni, desideri .. Direi molto meglio di me, perché gente coraggiosa, in movimento, fiduciosa.
Gente che proprio perché definita "gente", suona generica, impersonale, quasi inesistente, non reale, di certo lontana, non emotivamente coinvolgente, perché straniera (estranea ..), in tutti i sensi.
Eppure qui la vita prosegue tranquilla, con la solita routine e sembra, da qui che il mondo possa essere solo meraviglioso, 
eppure non è così e non riesco a farmene una ragione,
eppure c'è talmente tanta difesa negli occhi della gente di qua dal muro, che dev'esserci pure un modo per spezzare l'incantesimo della paura del simile e del diverso ..
eppure mi manca la voce, mi tremano le gambe, non mi muovo,
eppure continuo a sperare ..
Chi è diverso mi interroga con la sua presenza e mi restituisce la mia umanità più vera ... non perdiamo le occasioni di essere uomini e donne con la lettera maiuscola.. così mi dico sperando di riuscirci anche solo un po' ..
 
"IL PIATTO DI RISO"
 
"Un uomo stava collocando fiori, quando vide un cinese collocare un piatto di riso sulla lapide di fianco. Egli si girò verso il cinese e domandò:
"Mi scusi, ma lei pensa davvero che il suo caro defunto verrà a mangiare il riso?"
E il cinese rispose:
"Sì, generalmente alla stessa ora in cui il suo viene ad odorare i fiori!".
 
Rispettare le azioni dell'altro in ogni maniera si presentino, è una delle maggiori virtù che un essere umano può dimostrare di avere. Le persone sono diverse, agiscono in maniera diversa e pensano in modo diverso. Mai giudica. Solamente comprendi. (Takir, 27 05 2014)
 

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